Marzo è il mese del risveglio vegetativo della vite. In questo periodo, dopo la potatura, segue un
lavoro di piegatura e legatura per preparare le viti alla nuova stagione.
Piegare la vite significa spingere verso il basso, con un movimento che forma un arco, il “capo a
frutto”, cioè il tralcio vecchio di un anno che non è stato potato, il quale garantirà una produzione
di qualità nell’anno in corso.
Dopo questa operazione, lo stesso capo viene fissato attraverso la legatura: si tratta di torcere
delicatamente il tralcio che darà origine al frutto, legandolo al fil di ferro posto orizzontalmente tra
i vigneti. È un lavoro che viene fatto rigorosamente a mano e bisogna fare molta attenzione a non
rompere i tralci che vengono curvati.
In passato venivano utilizzati legacci di origine vegetale, ottenuti dal salice, che venivano raccolti
d’inverno, conservati in ambienti freschi e immersi nell’acqua prima dell’uso per aumentarne
l’elasticità. Ora sono stati soppiantati da legacci metallici e in materiale plastico.
La legatura deve avvenire prima dell’inizio del germogliamento, per non danneggiare le gemme
della vite e ha lo scopo di rendere uniforme lo sviluppo vegetativo dei germogli per rendere
equilibrata la produzione dell’uva.
Verso la fine del mese di marzo, a ridosso del germogliamento, per la vite inizia la nuova stagione
che si presenta con il fenomeno del “pianto”, ovvero l’emissione di gocce di linfa a livello dei tagli
di potatura, dovuta principalmente alla riattivazione dell’attività radicale della vite.
Questo fenomeno è il segno che la vita scorre dentro la vigna e che questa comincerà presto a
produrre i suoi frutti.
Azienda Agricola Drusian Francesco – Via Anche, 1 – 31049 Bigolino di Valdobbiadene (TV)